Ogni intervista è una sorta di delirio di onnipotenza, il trionfo della megalomania di un personaggio che in 19 anni ha salvato tutto e tutti senza mai sbagliare nulla, perché da quel maledetto 19 luglio del 2004 non gli abbiamo mai sentito pronunciare la frase: “Ho sbagliato”.
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La dichiarazione di Lotito “Ho preso un fenomeno vero”, riporta alla mente frasi trionfalistiche pronunciate in passato dall’ex DS in occasione di acquisti come Perea, Alfaro e Muriqi. Questo senza giudicare il nuovo arrivato e senza nulla togliere a Castellanos…
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Un’offerta da 600 milioni di euro per vendere la Lazio respinta al mittente, le promesse fatte a Sarri non rispettate e l’impossibilità di sperare in un vero cambio di marcia. Questa è la Lazio, prigioniera da 19 anni…
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La mia sensazione è che quello tra la Lazio e Milinkovic Savic non sia un addio, ma un arrivederci. E nonostante l’immobilismo della società, non è l’unica bella sensazione che mi lascia questa vicenda…
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Oggi inizia la nuova stagione: senza aver ceduto nessuno dei giocatori in esubero, senza aver preso nessuno dei giocatori chiesti da Sarri, senza Milinkovic e senza nemmeno un sostituto perché non c’era un piano B, C, D…
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Da ieri, tutti a fare la morale e tutti a dare del “mercenario” a Milinkovic. Anche chi grazie a quei soldi potrà iniziare a fare mercato, ma soprattutto chi per quella cifra ci sarebbe andato a piedi fino a Riad…
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Ho amato alla follia Sergej Milinkovic Savic ma non considero la sua cessione né una tragedia né la fine di tutto. Perché quello che conta è: COME VERRANNO INVESTITI I SOLDI DELLA SUA CESSIONE…
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Lotito ha ripreso a parlare, tirando fuori dal cassetto la solita fiera di banalità, frasi fatte e autoincensamenti. Parole e musica che sono da quasi 20 anni una sorta di tortura per chiunque tifi Lazio…
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Oggi sono state presentate ufficialmente le maglie della stagione 2023-2024 e subito sono nate (come sempre) accese discussioni. Ma su questo, io la penso esattamente come Vincenzino D’Amico…
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È la solita estate di proclami, di attese infinite quasi quanto la durata delle trattive di Lotito, di speranze che si infrangono come un’onda sugli scogli delle solide realtà che da 19 anni caratterizzano ogni estate lotitiana.
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Ieri, tornando dal funerale di Vincenzo D’Amico avevo un malessere dentro che appena arrivato a casa mi ha portato ad
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C’è tutto Vincenzo D’Amico in quelle due righe scritte in nero a caratteri cubitali sul quel telo bianco: c’è la grandezza del personaggio, dell’uomo, del mito e della bandiera laziale che sventolerà in eterno.
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Un’intervista con Vincenzo parlando di bandiere strappate o ammainate, del calcio-industria che ha tolto romanticismo quel sapore speciale che aveva il calcio degli anni 70/80 e che oggi viene rimpianto, soprattutto quando vola via uno degli eroi di quel calcio.
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Roma saluta D’Amico. Domani dalle 13 alle 19 camera ardente in Campidoglio, martedì alle 10,30 il funele a Ponte Milvio, nella stessa chiesa dell’ultimo saluto a Maestrelli e Lovati…
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Oggi se n’è andata una parte importante di me e non solo dal punto di vista calcistico, perché oggi non ho perso solo un idolo della mia infanzia e l’ultima vera bandiera biancoceleste: con la morte di Vincenzo oggi ho perso un fratello maggiore…
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