Grand Hotel Lazio Via Valenziani: chiuso, sfitto, sporco, abbandonato…

Fiducia e rispetto, sono un qualcosa che si ottiene con il tempo, trasformando le parole e i proclami in fatti.
Ecco, questa società e chi la guida, la fiducia e il rispetto della gente li hanno persi perché da lustri alle parole raramente seguono i fatti e perché i proclami altro non sono che slogan buttati lì per gettare fumo negli occhi della gente.
Gli esempi sono tanti, tantissimi. Purtroppo. Oggi, ad esempio, corre il decimo anniversario di uno dei più grandi investimenti dell’era-Lotito. Un immobile, non Ciro, ma un palazzo storico che riporta alla mente la Lazio dell’era dell’oro e il passo d’addio di Sergio Cragnotti.
Sto parlando del palazzo di Via Valenziani, ex sede della Cirio e della Lazio, un immobile bellissimo incastrato tra piazza Fiume e Corso Italia.
Un immobile di lusso, di cui la Lazio era già parzialmente proprietaria, grazie al 49% di partecipazione in Cirio Lazio Immobiliare, che aveva nel suo patrimonio il palazzo di via Augusto Valenziani.
A gennaio del 2012, per 3 milioni di euro il presidente della Lazio acquistò il restante 51% di Cirio Lazio Immobiliare messo in vendita dai commissari straordinari della Cirio.
Oltre ai 3 milioni di euro versati, la Lazio si fece carico anche dei 4,5 milioni di euro del contratto di leasing (scadenza ottobre 2012) stipulato nel 2000 da Cirio Lazio Immobiliare per l’acquisto dell’immobile e in gran parte anticipati da Cirio Finanziaria.
Insomma, a gennaio del 2012, in pieno mercato, con la Lazio che per la seconda stagione consecutiva lotta per la Champions League e la piazza che chiede alla società un piccolo sforzo per coronare il sogno di tutto l’ambiente sfumato l’anno prima per differenza reti, il presidente apre il portafoglio e tira fuori quasi 8 milioni di euro.
Non per fare campagna acquisti come chiedono a gran voce i tifosi dopo la partenza di Cissé e l’infortunio di Klose, ma per acquistare un palazzo. Anzi, non li tira fuori lui (come leggerete in seguito…), se li fa prestare e con quei soldi oltre al palazzo di via Valenziani acquista anche un pullman.
Un acquisto di mercato Lotito lo fa comunque per placare la piazza, ma è uno dei tanti bidoni arrivati negli ultimi dieci anni.
Già, perché dopo aver venduto Cissè a 5,5 milioni di euro (dopo averlo prelevato pochi mesi prima per 5 milioni dal Panathinaikos), la Lazio acquista per 3,6 milioni di euro un altro immobile.
Non un palazzo e nemmeno Ciro che all’epoca segnava gol a grappoli in Serie B con il Pescara di Zeman, ma un attaccante che in campo ha la stessa mobilità del palazzo di via Valenziani: Emiliano Alfaro, 8 presenze, zero gol e un bel contratto quinquennale.
Risultato, con l’innesto di Alfaro al posto di Cissé la Lazio di Reja per la seconda stagione consecutiva si vede sfilare il visto per la Champions League dall’Udinese.
Questo, solo per rinfrescare un po’ la memoria e ricordare che quello che stiamo vivendo quest’anno a gennaio altro non è che il solito film che va in scena ogni inverno da 17 anni. Ma torniamo a quel palazzo di via Valenziani.
I soldi per acquistare quell’immobile, la Lazio se li fa anticipare dal Credito Sportivo, accendendo un mutuo di quasi 8,5 milioni di euro, perché nella cifra del prestito sono stati inseriti anche i soldi per l’acquisto del pullman di proprietà.
Operazione strana, perché il Credito Sportivo finanzia la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi, non l’acquisto di palazzi e di pullman. Ma chiaramente nessuno dice nulla…
Quindi, non un solo acquisto, ma addirittura quattro nella stessa sessione di mercato, perché ad Alfaro si aggiunge in extremis l’arrivo in prestito di Candreva dal Cesena in cambio di Del Nero.
Il vero colpo sarà proprio Candreva, ma i grandi acquisti di cui Lotito va fiero e di cui si vanta addirittura in diretta tv in una storica puntata de “Il processo del Lunedì”, tra l’imbarazzo e i sorrisetti di alcuni dei presenti e l’applauso di qualche opinionista radiofonico laziale da sempre accondiscendente, sono quel palazzo e il pullman di proprietà.
Grazie a Dio, quel palazzo di via Valenziani dal punto di vista economico non è stato un flop come Alfaro, perché rilevare per circa 8 milioni di euro uno stabile di 2500 metri quadri commerciali, con annesso giardino e corte di pertinenza di circa 450 metri quadri a due passi da piazza Fiume è stato un affare dal punto di vista economico.
Lo è stato anche grazie alla lungimiranza di Cragnotti che lo aveva di fatto acquistato in leasing più di 10 anni prima e al fatto che la Lazio è stata l’unica partecipante all’asta indetta dai commissari straordinari della Cirio, Attilio Zimatore, Luigi Farenga e Lucio Francario. Ma questo è un altro discorso.
Che ci ha fatto la Lazio con quell’immobile? Quanto ha reso dal 2012 a oggi quell’investimento? La risposta è NULLA!
Nulla di nulla, nonostante i proclami e i progetti faraonici che hanno accompagnato quell’operazione.
“C’è un progetto per realizzare un albergo della Lazio. Anche questo sarà un nuovo modo per far conoscere la realtà, la società di calcio, in giro per il mondo e comunque di diversificare dei ricavi perché sicuramente gli ospiti non saranno tutti tifosi della Lazio, quindi saranno meno sensibili ai risultati sul campo”.
Di quel progetto, annunciato con grande enfasi da Marco Cavaliere (direttore amministrativo della Lazio) dai microfoni di Lazio Style Radio, a distanza di 10 anni non c’è traccia.
E come potete vedere dalle foto inserite nel link qui sotto, purtroppo da anni quel palazzo versa in condizioni di assoluto abbandono.

Imposte serrate, cancello chiuso con una catena e un lucchetto, il giardino incolto e quel viale in cui sostavano le macchine dei grandi del calcio italiano che andavano a far visita a Sergio Cragnotti pieno di spazzatura e di cartacce.
Le foto parlano chiaro come le immagini di Google Maps (meno recenti) che mettono già in evidenza quello che ho già descritto. Non siamo allo stato di abbandono in cui versa lo Stadio Flaminio, ma poco ci manca.
Con la differenza che lo Stadio Flaminio è un sogno riacceso qualche mese fa da Lotito ma finito nel dimenticatoio dopo le elezioni, mentre quell’immobile messo a bilancio con un valore di 23 milioni di euro è di proprietà della Lazio.
Lo ha pagato la Lazio, le rate del mutuo al Credito Sportivo le paga la Lazio, ma in dieci anni quell’investimento ha fruttato zero e lo stato di abbandono in cui versa dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, l’assoluta incapacità da parte di questa dirigenza di generare nuove entrate.
E, soprattutto, di far seguire ai proclami i fatti.
Lo stato in cui versa quel palazzo al civico numero 10 di via Valenziani è una foto impietosa di quel progetto-Lazio di cui in tanti si riempiono la bocca da anni ma che, in realtà (purtroppo…) non esiste.
E se qualcuno prova a farlo notare, magari parlando anche di quella Academy presentata in pompa magna e mai vista, oppure di quello stadio delle aquile che in 16 anni è rimasto un plastico mai trasformato in un vero progetto, viene subito additato, tacciato di essere un nemico della Lazio o, addirittura, un romanista.
Lo so, siamo in piena campagna acquisti e ai tifosi interessano (giustamente) solo gli arrivi e le partenze, le cessioni oppure i rinforzi, perché alla fine sono le mosse fatte sul mercato a determinare il destino di una squadra e quindi di una società.
Ma qui non c’è un magnate che apre i cordoni della borsa, qui gli acquisti si fanno solo con le cessioni necessarie per sbloccare l’indice di liquidità o con i soldi che incassa la Lazio grazie ai diritti tv e agli incassi, quindi è anche giusto sapere come vengono spesi da chi gestisce la Lazio i soldi che produce la Lazio.
E visto che il palazzo di Via Valenziani fa parte del patrimonio della Lazio, quindi è importante come Formello, come i soldi spesi per Muriqi e Vavro o come i rinforzi invocati da Sarri.
Perché per acquistarlo interamente dalla Cirio, la Lazio nel mese di gennaio del 2012 ha speso circa 8,5 milioni di euro. Una cifra mai spesa dalla Lazio in nessuna sessione invernale di mercato dal 2005 a oggi.
E allora mi sembra giusto rinfrescare un po’ la memoria a chi ha dimenticato questa storia o a chi fa finta di non ricordare. E magari chiedere conto a chi gestisce la Lazio del perché di questo spreco o dello stato di abbandono in cui versa un bene importante della Lazio.
Perché è un po’ come spendere 8 milioni di euro per un calciatore, valutarlo 23 milioni e poi pagargli lo stipendio per farlo scorrazzare a Formello senza mai farlo giocare con la prima squadra.
Manca solo di perderlo a zero, poi sembra il replay della vicenda Zarate o di quella di Pandev…
Chissà, forse la realizzazione dell’albergo sarà stata affidata alla stessa ditta incaricata di realizzare lo stadio delle Aquile o la Academy Bob Lovati.
E noi che già immaginavamo Tare direttore dell’albergo, De Martino che indossava i panni del concierge e la Lazio che incassava milioni di euro a palate da quell’investimento fatto a gennaio del 2012.
Invece passando a via Valenziani possiamo vedere solo un bellissimo palazzo con le imposte serrate, il cancello chiuso con una catena e un lucchetto, il giardino incolto e in vialetto interno pieno di spazzatura e di cartacce.
Un sogno andato in frantumi. Uno dei tanti…
